Belo Horizonte – Brasile, Natale 2021

 

Carissimi parenti e amici d’Italia

ci tocca passare un altro Natale con la pandemia del coronavirus! Questa volta in condizioni migliori di un anno fa, senza dubbio. Tuttavia, ci vorrà ancora del tempo per considerare debellato questo male sparso in tutto il mondo.

In questo messaggio di Natale, voglio presentarvi un aspetto della pandemia che è tipico della società del Brasile e riguarda i bambini e gli adolescenti in età scolastica. Quelli che appartengono a famiglie benestanti, o almeno minimamente agiate, hanno dovuto affrontare la novità della “scuola a distanza”, che peraltro non ha creato per loro disagi diversi da quelli delle altre nazioni del primo mondo.

Invece, le conseguenze per i figli delle famiglie povere sono state, e saranno anche in futuro, assai gravi. Infatti, anche prima della pandemia ci preoccupava sempre l’abbandono della scuola da parte degli adolescenti e pre-adolescenti, che si autocondannavano a una vita di stenti, oppure all’alternativa di lasciarsi coinvolgere dalla malavita, dal traffico di stupefacenti e altro del genere. Adesso questi ragazzini, che hanno perso due anni di scuola completi (perché qui l’anno scolastico coincide con quello civile, quindi hanno perso tutto il 2020 e tutto il 2021), hanno smarrito anche lo stimolo e l’interesse di rimettersi a frequentare la scuola. Per loro infatti era praticamente impossibile accompagnare le lezioni a distanza, perché oltre che privi del computer non disponevano di spazio conveniente in casa. Quindi, è più che logico che un tredicenne, per fare un esempio, che ha perso completamente il ritmo della scuola da quando aveva undici anni, non si senta più invogliato a riprenderla.

Cosa fare allora, con un numero così espressivo di adolescenti che non possono lavorare – per legge – e che non vanno più a scuola? Esiste una interessante alternativa, nella quale stiamo orientando l’impegno dei nostri istituti.

Si constata che gli adolescenti (i maschi più ancora delle ragazze) dimostrano spesso avversione per gli studi teorici, ma si lasciano attrarre da quelli pratici e tecnici. Quindi, le scuole professionali trovano qui un ampio e opportuno campo formativo per gli e le adolescenti. Partendo da questa lettura della società giovanile del Brasile, stiamo investendo decisamente in questa linea di azione, che di sicuro il nostro Santo Fondatore Ludovico Pavoni approverebbe oggi con noi, perché anche lui fece qualcosa di simile, pur nei limiti del suo tempo, con gli adolescenti orfani.

In speciale, nella nostra casa di Belo Horizonte stiamo allestendo un nuovo Centro di formazione professionale dotato di valide tecnologie moderne, che permettono di frequentare corsi presenziali e anche, per chi potesse, a distanza. Contiamo con l’appoggio di alcuni impresari che si dispongono, tra l’altro, a contrattare nelle loro attività i nostri alunni più efficienti.

Iniziative come queste, ci permettono di sognare un futuro positivo e onesto per i nostri alunni che provengono dalle famiglie povere delle vicine “favelas”. Nei trascorsi due anni di pandemia li abbiamo aiutati con la distribuzione di pacchi-viveri. Ma per il loro futuro, questo non basta. Vediamo in loro il volto di Gesù, che li considera suoi preferiti e vuole che non solo siano aiutati in occasione del Natale, ma anche preparati professionalmente per affrontare il futuro della loro vita.

Vi lascio con queste considerazioni del tutto pratiche, che possono ricordarci Gesù adolescente, apprendista tutto-fare alla scuola di Giuseppe, il carpentiere di Nazaret.

Vi giungano anche i miei più fervidi auguri di Buon Natale e Buon Anno 2022.
Renzo Florio