NATALE 2020

Cari parenti e amici,

la terribile pandemia provocata dal coronavirus ha avuto inizio in occidente con l’Italia, ma soltanto tre settimane più tardi, cioè verso fine marzo, è apparsa con forza anche qui in Brasile. Quando vi scrivo, è da oltre otto mesi che ci troviamo in situazione di isolamento e quarantena, convivendo sempre con il grave di rischio di infezione.

Per quanto riguarda i bambini e ragazzi assistiti dalle nostre opere, oramai stanno perdendo un intero anno di scolarizzazione, perché in tutto l’emisfero Sud l’anno scolastico comincia in febbraio e finisce in dicembre. Quindi, le scuole hanno avuto un solo mese e mezzo di regolarità in febbraio-marzo, poi  c’è stata la chiusura fino adesso. La situazione è disastrosa specialmente per i più poveri, almeno per questi due motivi: 1) quasi nessuno di loro ha il computer in casa, per seguire le lezioni online; 2) abitano quasi tutti nelle “favelas”, che sono enormi agglomerati di casette attaccate l’una all’altra, con esiguità di spazio sia in casa che fuori. In queste realtà, anche le attenzioni per non infettarsi reciprocamente dal virus sono ridotte al minimo. Dicono le statistiche che nei mesi scorsi le favelas avrebbero raggiunto circa il 50% di infezioni tra i loro abitanti. Tuttavia, pare che tra le persone povere e giovani esistano meno rischi di gravità e di morte per contagio. Se non altro, questo è un punto a loro vantaggio, non da poco!

In definitiva, cosa stiamo facendo allora con i nostri alunni assistiti? L’iniziativa più impegnativa è quella della confezione e distribuzione di “pacchi viveri”, qui chiamati “ceste basiche”. Consistono in pacchi contenenti abbondante quantità di viveri e prodotti di igiene, che vengono distribuiti mensilmente alle famiglie. Purtroppo non si può fare altro e di più, perché è proibita qualsiasi attività che comporti riunione di persone. È quanto mai penoso avere a disposizione delle eccellenti strutture, senza poterle usare a beneficio dei nostri ragazzi e bimbi.

Un discorso a parte meritano le cinque case di accoglienza di Vitoria, che per forza funzionano in pieno, perché i bambini-adolescenti-giovani di ambo i sessi abitano in quelle case, senza alternativa. Ogni tanto, per qualcuno dei più piccoli, appare come speciale benedizione di Dio, una famiglia adottante. Ma per altri non è così. Chiedo per loro – sono una cinquantina – un vostro pensiero, un certo interesse e una speciale preghiera al Bambino Gesù, che pure scelse di nascere “fuori casa”.

 

Auguro a tutti Buon Natale e Buon Anno 2021.

P. Renzo Florio

P.S. Quest’anno mi limito a mandare il mio tradizionale messaggio natalizio soltanto a coloro di cui posseggo E-mail o Whatsapp, perché la posta internazionale è poco affidabile. Grazie!