LO SPRAR DI BOSCO CHIESANUOVA

   Il 30 Novembre 2017 , dopo un’attesa durata due mesi, sono arrivati i primi 8 ospiti nella casa di accoglienza “La Cordata”, la struttura esistente a Corbiolo dietro la Chiesa, ex scuola materna. Si tratta dello SPRAR ( Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati ) che il nostro Comune di Bosco Chiesanuova  ha scelto di aprire in risposta al grosso numero di persone irregolari che arrivano in Italia e che il nostro Paese si trova a dover accogliere e gestire.  Sappiamo tutti che l’instabilità politica sociale ed economica che molti Paesi dell’Africa e del Medio Oriente stanno attraversando, soprattutto negli ultimi 2-3 anni , ha prodotto un aumento progressivo degli sbarchi di cittadini extracomunitari sulle nostre coste, moltiplicando le problematiche legate al fenomeno migratorio. Per questo tutto il territorio nazionale italiano è oggi  chiamato a dare una risposta e,  in primis, gli enti locali quali i comuni, sono interpellati dai vari Prefetti a collaborare nella gestione di questa drammatica situazione. Lo scorso anno la Prefettura di Verona ha inviato nel nostro comune una quarantina di persone adulte richiedenti asilo, autorizzando l’apertura di un CAS ( Centro Accoglienza Straordinaria) , gestito dalla cooperativa Il Corallo, in località Branchetto. In questa fase l’amministrazione di Bosco non ha potuto intervenire in alcun modo ,se non accogliendo, in seconda battuta, la richiesta della cooperativa stessa di poter occupare una decina di persone all’interno di un progetto di lavoro socialmente utile. Questa esperienza , seppur limitata, è stata positiva per entrambi: per noi che ci siamo trovati piazze e strade un po’ più pulite e qualche lavoretto di manutenzione del territorio a costo zero;  per loro che hanno avuto la possibilità di impiegare il tempo in maniera fruttuosa e di imparare, speriamo, qualcosa di nuovo. Nel frattempo si è ventilata la possibilità dell’apertura di nuovi Cas sul nostro territorio, visto il numero elevato di alloggi vuoti e la grande richiesta di collocazione di tutte queste persone straniere. L’alternativa che come Comune abbiamo deciso di mettere in campo per evitare questa possibilità ( nuovi arrivi , anche numerosi , gestione in mano esclusivamente alle cooperative ) è stata quella dell’apertura di uno Sprar. La legge riconosce infatti ai Comuni  che aderiscono a questo sistema di accoglienza un numero di persone da ospitare pari al tre per mille della popolazione residente, che per noi vuol dire 10 persone, e la promessa di chiusura dei Cas esistenti e/o l’impedimento all’apertura di altri.

    Il Comune di Bosco in collaborazione con la Cooperativa Sociale Prassi e Ricerca onlus di Roma, con un importante lavoro dei nostri uffici, in particolare del settore sociale, ha presentato al Ministero dell’Interno un progetto per l’apertura di uno Sprar destinato all’accoglienza di minori stranieri maschi non accompagnati, proponendo la struttura di Corbiolo, da tempo ristrutturata e scarsamente utilizzata. Tale progetto, della durata di tre anni ,viene finanziato per il 93% circa dal Ministero , per il rimanente 7% dal Comune, che per noi vuol dire la messa a disposizione della struttura. Il Ministero ha approvato il nostro progetto e nell’applicazione della legge il Cas di Branchetto si sta progressivamente svuotando e a fine anno si sposterà definitivamente.  Tutto questo possiamo raccontarlo con altre parole dicendo che il Comune di Bosco Chiesanuova ha aperto una casa di accoglienza per una decina di minori stranieri non accompagnati, i primi ospiti   vengono dalla Guinea Bissau, dal Malì , Gambia e Costa D’Avorio ( questo vuol dire che parlano il portoghese, francese ed inglese) e si è impegnato ad accoglierli e ad accompagnarli ad un minimo di autonomia. Gli strumenti e risorse previsti  per attuare tutto questo sono: la garanzia di vitto e alloggio, la presenza costante di operatori specializzati ( educatori, assistente sociale, psicologo, mediatore culturale e linguistico,..) , di volontari e persone che li facciano sentire accolti, l’insegnamento della lingua italiana, l’inserimento nel mondo della scuola e dell’educazione, l’orientamento al mondo del lavoro, la conoscenza del territorio,  l’accompagnamento nel disbrigo di pratiche legali, l’assistenza sanitaria.. Speriamo che accanto a tutto questo non manchi  il desiderio e l’impegno della nostra comunità di accoglierli. Questi ragazzi hanno lasciato la loro famiglia e la loro terra per cercare una speranza di vita diversa, sono sopravvissuti ad un viaggio durato mesi e ad esperienze drammatiche, hanno conosciuto la cattiveria umana e visto in faccia la morte. Come cittadini e come comunità cristiana possiamo fare in modo che non si sentano stranieri , diversi , ospiti indesiderati , da cui difendersi, se riusciamo a sostituire la parola “altro” con la parola “fratello”. Se l’altro diventa mio fratello infatti ci sentiamo coinvolti e responsabili; se rimane l’altro invece diventa un problema , aumenta la difficoltà e prima ce ne liberiamo meglio è… La nostra amministrazione comunale ha fatto una scelta, ora tocca ad ognuno di noi decidere come, quanto,  in che modo e ,soprattutto se, lasciarsi coinvolgere

 LB